L’infedeltà coniugale non è, come si potrebbe pensare, una questione esclusivamente privata: l’adulterio può avere precise conseguenze sul piano legale e, più nello specifico, rappresentare una valida motivazione per l’addebito nella separazione.
Ecco più nel dettaglio cosa prevede la nuova legge sul tradimento e quali conseguenze rischia, dal punto di vista economico, il coniuge fedifrago.
Legge sul tradimento: le principali norme
La violazione dell’obbligo di fedeltà è tra le cause più frequenti delle separazioni fra i coniugi. Ciononostante, non rappresenta in automatico un motivo valido per negare l’assegno di mantenimento all’ex partner.
Ogni situazione, infatti, richiede una valutazione a sé stante perché non tutte le infedeltà hanno lo stesso peso. In alcuni casi, il tradimento può essere considerato un aspetto “fisiologico” di un rapporto di coppia già logoro; all’opposto, esistono situazioni limite in cui rappresenta una grave lesione della dignità o configura un maltrattamento vero e proprio.
Proviamo a distinguere i diversi casi alla luce delle novità introdotte dalla legge italiana sul tradimento e delle sentenze più recenti.
Tradimento: separazione con addebito e risarcimento
L’infedeltà coniugale può incidere sull’assegno di mantenimento e sui diritti ereditari del coniuge: questo, a patto che ci sia un nesso di causa effetto fra il tradimento e la fine del matrimonio.
Le norme della legge sul tradimento, infatti, stabiliscono che la violazione dei doveri coniugali sia motivo di addebito nella separazione solo se rappresenta la causa principale della rottura.
In questo caso, chi tradisce va incontro a conseguenze che possono includere, oltre al risarcimento delle spese legali, la perdita dell’assegno, dei diritti di eredità e di successione e della pensione di reversibilità.
Normalmente l’infedeltà non giustifica la richiesta di risarcimento, a meno di particolari eccezioni. Secondo la nuova legge sul tradimento e le recenti sentenze della Cassazione, ciò si verifica quando l’adulterio causa importanti ripercussioni sulla salute, originando un forte stato di depressione o altri quadri clinici rilevanti. L’infedeltà grave, inoltre, può rappresentare una profonda lesione dell’onore e della dignità personale.
Tutti questi aspetti, unitamente all’esigenza di gestire l’affidamento dei figli, motivano spesso il ricorso a un detective privato per indagini sull’infedeltà coniugale volte alla tutela dei propri diritti.
Tradimento: quando è reato?
Le norme della legge sul tradimento hanno subito, nel tempo, una significativa evoluzione: basti pensare che, in passato, l’adulterio era considerato un vero e proprio reato se commesso dalla moglie.
La pena per l’adulterio o la relazione extra coniugale, prevista anche per l’amante, era la reclusione fino a due anni. Sebbene anacronistica, questa legge italiana sul tradimento è rimasta in vigore fino alla fine degli anni Sessanta.
In casi particolari la nuova legge sul tradimento stabilisce, ancora oggi, che l’infedeltà possa essere considerata un reato. Ciò si verifica, più in particolare, quando l’adulterio si inserisce in un quadro di maltrattamenti e comportamenti lesivi della dignità.
Il tradimento esibito può essere fonte di sofferenza morale, specie se associato ad altre condotte umilianti come ingiurie, percosse e minacce. Questa situazione può configurare il reato di maltrattamenti in famiglia ed essere punito come tale.
Prove del tradimento: quando sono valide?
Fra gli aspetti disciplinati dalla nuova legge sul tradimento c’è l’onere della prova. Se intende richiedere l’addebito nella separazione, il coniuge tradito non deve semplicemente documentare l’infedeltà, ma provare, come abbiamo visto, il nesso causale fra quest’ultima e la fine del rapporto.
Per fare un esempio pratico: se il coniuge fedifrago intrattiene ormai da tempo una doppia vita e il partner ha accettato le corna per anni, l’infedeltà non può essere motivo di addebito.
In altre parole, i coniugi che vivono da separati in casa, o le cui vite hanno preso da tempo strade diverse, non possono usare l’infedeltà per ottenere un vantaggio economico o per venire meno ai propri doveri.
Fra le prove valide del tradimento rientrano i resoconti dei testimoni e la documentazione fotografica, audio e video eventualmente acquisita con l’aiuto di un investigatore privato. Più controverso l’uso di chat, mail e altri elementi ricavati dai dispositivi informatici.
Venire a conoscenza di un tradimento tramite il cellulare del proprio partner è un’eventualità sempre più comune. Ciò non significa automaticamente, però, che la conversazione o il post in questione possa essere usato come prova dell’infedeltà senza incorrere nella violazione della privacy.
Come intuibile le casistiche sono molto diverse fra loro e la separazione, o il divorzio giudiziale, rischia di diventare un percorso a ostacoli.
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