Convivere con un figlio tossicodipendente è, in assoluto, tra le situazioni più difficili da gestire per una famiglia. Nei casi di dipendenza più seri, la vita quotidiana può trasformarsi in un incubo, tra bugie seriali, problemi economici, frequentazioni pericolose e illeciti. Come insegnano recenti ed emblematici fatti di cronaca, il disagio può portare a scelte estreme, come quella di denunciare il figlio tossicodipendente nel tentativo di salvarlo. Come evitare che la situazione sfugga di mano e come comportarsi se il ragazzo non è disposto a rivedere le proprie scelte di vita?
Come posso scoprire se mio figlio si droga?
La tossicodipendenza è un fenomeno sempre più diffuso tra i giovani che spesso resta sottotraccia. Generalmente, i genitori faticano a guardare in faccia la realtà o lo fanno troppo tardi, quando il problema è ormai fuori controllo. Rispondere alla domanda: come capire se mio figlio si droga?, del resto, è meno facile di quanto si creda.
I cambiamenti legati all’adolescenza, come l’apatia, l’irascibilità e la tendenza ad appartarsi dai genitori e a eludere il controllo, possono facilmente confondersi coi campanelli d’allarme che indicano il consumo di stupefacenti. Fra gli indizi più significativi ci sono l’odore di cannabinoidi emanato dai vestiti, gli occhi arrossati, l’annebbiamento mentale, frequenti attacchi di fame e di sete o tremori alle mani se il ragazzo fa uso di cocaina. La tossicodipendenza, inoltre, tende ad allontanarlo dai contesti sociali positivi, come lo sport e altre occasioni di incontro “sane”.
Ma come capire se il figlio sta semplicemente crescendo o se, al contrario, è dedito al consumo di droga o frequenta cattive compagnie? Se c’è motivo di temere per la sua salute e per la sua sicurezza, la cosa migliore è rivolgersi a un professionista e svolgere accertamenti mirati per togliersi ogni dubbio. I pedinamenti fai da te difficilmente risolvono il problema, così come inutili si rivelano gli “interrogatori” insistenti e i tentativi maldestri di mettere il proprio figlio alle strette.
Come trattare un figlio tossicodipendente?
Anche se limitato alle droghe cosiddette leggere, il consumo di stupefacenti può avere effetti importanti sulla salute: le conseguenze possono interessare lo sviluppo cognitivo, la salute dei polmoni e altri effetti collaterali tutt’altro che trascurabili. Sottovalutare le cattive abitudini del proprio figlio, dunque, è un errore che può costare caro. Come trattare un figlio tossicodipendente per aiutarlo ad affrontare il problema? Il primo consiglio è cercare di abbattere il muro: ovvero, provare a parlargli e cercare, per quanto possibile, di ascoltarlo senza esprimere giudizi affrettati che possono minare la fiducia reciproca.
D’altra parte, anche un atteggiamento troppo indulgente rischia di avere effetti negativi: lasciare il ragazzo in balia delle proprie fragilità e insicurezze non risolve la situazione. Comunicare con un adolescente ostinatamente chiuso in se stesso o, peggio, con un minore coinvolto in situazioni a rischio, innegabilmente, non è una passeggiata. Ricostruire le abitudini e le frequentazioni di un minorenne non è un’impresa alla portata di chiunque: come non lo è accedere ai suoi contatti e controllare le attività del ragazzo, specie quando frequenta ambienti poco raccomandabili. In questo caso è meglio lasciare il campo ai professionisti, per gestire la situazione in modo efficace e non accrescere involontariamente la distanza che separa i genitori dal proprio figlio.
Come denunciare un figlio tossicodipendente
Salvare un figlio dalla droga può rivelarsi un’impresa impossibile anche per il più motivato e amorevole dei genitori. Lo dimostrano le storie strazianti di chi sceglie di denunciare il figlio tossicodipendente, una decisione disperata che, per quanto legittima, ha il sapore del fallimento. A motivare questa scelta possono essere le continue richieste di soldi, i comportamenti violenti e le minacce del figlio tossicodipendente – o impegnato attivamente nello spaccio – che ha rinunciato alla propria dignità e a una prospettiva di riscatto. Prima di rivolgersi alle forze dell’ordine, a ogni modo, è importante valutare le conseguenze che questo tipo di scelta può avere e rivolgersi ai centri specializzati per ottenere un supporto qualificato.
Mettere la testa sotto la sabbia è inutile: la prima regola per affrontare i problemi è guardarli in faccia. Se cerchi prove dell’abuso di stupefacenti o vuoi documentare i comportamenti di tuo figlio, AGITER Investigazioni è al tuo fianco con indagini controllo giovani finalizzate a tutelare il benessere dei minori. Con l’aiuto dei nostri agenti potrai ottenere gli elementi utili per affrontare una situazione di disagio prima che diventi ingestibile. Dal consumo di stupefacenti agli episodi di bullismo fino ai ricatti online, non lasciare che tuo figlio vada alla deriva: richiedi una consulenza senza impegno per capire subito come agire.
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