Un caso particolare di licenziamento è il licenziamento disciplinare
Il dipendente che viene meno agli obblighi contrattuali sottoscritti con l’azienda, violando il patto di fiducia col datore di lavoro, si espone alle sanzioni disciplinari. La più seria di queste è il licenziamento che può avvenire in tronco o con preavviso. In entrambi i casi si parla di licenziamento disciplinare, motivato cioè dalla condotta del lavoratore. Qual è la differenza fra i due provvedimenti e qual è la procedura per il licenziamento disciplinare? Vediamo più nel dettaglio cosa dice l’art. 7 della legge 300 / 70 sul licenziamento dovuto al comportamento individuale del lavoratore e le altre sanzioni disciplinari.
Che cos’è il licenziamento disciplinare?
Per l’azienda, Il licenziamento disciplinare rappresenta l’ultima carta da giocare per sanzionare un lavoratore insubordinato o infedele. È, cioè, una misura giustificata dall’impossibilità di proseguire il rapporto di lavoro che risulta irrimediabilmente compromesso. In base al fatto contestato e alla sua entità, il provvedimento può assumere forme diverse: in particolare, può prevedere o meno l’obbligo di preavviso. Il licenziamento disciplinare per giusta causa ha effetto immediato, mentre il cosiddetto licenziamento per giustificato motivo soggettivo richiede il periodo di preavviso: la trasgressione, infatti, non è così grave da annullare tale obbligo e può riferirsi, ad esempio, ai ritardi accumulati dal dipendente. Il licenziamento disciplinare senza preavviso, al contrario, risulta motivato da inadempienze più serie come false malattie, furto di beni aziendali e atti lesivi nei confronti dei colleghi. Caso del tutto diverso è il licenziamento per giustificato motivo oggettivo, legato a questioni meramente organizzative e produttive che prescindono dal comportamento individuale del lavoratore.
Cosa dice la legge sul licenziamento?
Il riferimento normativo è l’articolo 7 della legge 300/1970, aggiornato dalla legge 92/2012, la cosiddetta Riforma Fornero. Il licenziamento disciplinare, così come definito dallo Statuto dei lavoratori, è motivato dalla condotta colposa o manchevole del lavoratore. Quest’ultima deve risultare proporzionata al provvedimento adottato – licenziamento per giustificato motivo soggettivo o licenziamento disciplinare senza preavviso, per giusta causa, a seconda dei casi –. Diversamente, la sanzione può essere ritenuta illegittima e prevedere – in caso di licenziamento nullo o discriminatorio – il reintegro, il risarcimento o altra forma di tutela del lavoratore. La già citata Legge Fornero è intervenuta in particolare su quest’ultimo aspetto, limitando il ricorso al reintegro, una misura eccezionale che lascia spazio nella maggioranza dei casi alla tutela indennitaria. In altre parole, il dipendente soggetto a licenziamento ingiustificato ha normalmente diritto a un indennizzo economico che tiene conto dell’anzianità lavoratore.
Procedura per licenziamento disciplinare
Il datore di lavoro deve seguire un preciso iter per notificare la sanzione disciplinare al lavoratore. L’azienda è tenuta a contestare la condotta del dipendente tramite richiamo disciplinare o lettera di contestazione raccomandata – o in alternativa consegnata a mano – in cui si dichiara l’intenzione di avviare il licenziamento e per quali ragioni. Entro un periodo di tempo prefissato – generalmente 5 giorni – il lavoratore può difendersi e sottoporre le giustificazioni all’azienda: in forma scritta o tramite colloquio orale col responsabile del personale o col datore di lavoro. Eventualmente, il dipendente può richiedere la presenza di un sindacalista per farsi assistere nell’audizione. Se l’azienda non accetta le giustificazioni presentate dal lavoratore, la procedura per il licenziamento disciplinare prevede a questo punto l’invio della lettera di licenziamento. Tale documento deve specificare, oltre ai motivi all’origine del provvedimento, la data di conclusione del rapporto di lavoro e le somme che l’azienda deve liquidare al lavoratore. La lettera, inoltre, deve specificare se l’azienda dispone il licenziamento disciplinare per giusta causa o con periodo di preavviso.
Il lavoratore, in ogni caso, può opporsi alla decisione e impugnare il licenziamento di fronte al giudice. L’impugnazione deve avvenire entro 60 giorni dalla ricezione della lettera di licenziamento, tramite comunicazione scritta all’azienda e con l‘eventuale assistenza del sindacato. Entro 180 giorni, inoltre, il dipendente è tenuto a depositare l’atto di ricorso. L’azienda e il lavoratore possono tentare la strada della conciliazione e raggiungere un accordo tra le parti. Il lavoratore, d’altra parte, può richiedere un risarcimento per il pregiudizio economico e il danno morale subito.
Come evidente, il licenziamento può rivelarsi una strada complicata per l’azienda e un percorso a ostacoli lungo e faticoso. Affinché il licenziamento disciplinare sia ritenuto legittimo, è necessario disporre di elementi dettagliati che documentino in modo incontrovertibile la condotta del lavoratore. Se vuoi provare l’assenteismo dei dipendenti e altri comportamenti illeciti, rivolgiti ad AGITER Investigazioni. I nostri agenti operativi ti aiuteranno a ottenere le prove che cerchi, acquisendo filmati, foto e altre evidenze inconfutabili producibili in tribunale e, se necessario, rendendosi disponibili a testimoniare nelle sedi competenti. Richiedi una consulenza senza impegno per avere più informazioni circa i nostri metodi di indagine e la strategia migliore per conseguire il licenziamento del dipendente per giusta causa in tempi ragionevoli.
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