I racconti di Mr. Agiter – Un caso di licenziamento per giusta causa
È domenica mattina e, dopo una lunga settimana di lavoro, Mr. Agiter si gode la tranquillità di un sonno ristoratore e tra poco dovrà affrontare un caso reale di licenziamento per giusta causa. Sta sognando uno dei suoi sogni più bizzarri: si trova in montagna, immerso in un tipico paesaggio innevato. Ma la neve è fatta di farina e gli alberi sono a forma di broccoli ricoperti di formaggio grattugiato.
Mr. Agiter si cimenta in acrobazie sugli scii lanciandosi a gran velocità dalle rampe della pista.
Ad un certo punto squilla il telefono, Mr. Agiter si sveglia di soprassalto e risponde.
“Pronto, chi è?” chiede, un po’ assonnato.
“Buongiorno, sono il Sig. Merende e ho urgentemente bisogno del suo aiuto!”
Mr. Agiter si rizza velocemente dal letto, si infila una vestaglia e si siede alla scrivania, pronto a prendere appunti.
“Mi dica pure, quale è il problema?”
Il Sig. Merende spiega di essere il proprietario di un piccolo supermercato di provincia e racconta ciò che gli era successo sul posto di lavoro.
I FATTI CHE PORTERANNO AL LICENZIAMENTO PER GIUSTA CAUSA
“Mesi fa un mio dipendente, Clementino, nel riordinare i prodotti sugli scaffali è scivolato rovinosamente su una buccia di banana e, reggendosi istintivamente ad uno scaffale, è stato travolto subendo una distorsione della gamba. Non potendo più assolvere alle proprie mansioni, ho deciso di ricollocato ad altra mansione alle casse del negozio. Ovviamente sono stato costretto ad assumere un nuovo dipendente per il riordino degli scaffali.”
Mr Agiter ascoltava attento: fin qui tutto chiaro.
“Ok, cosa è successo poi?” chiede l’investigatore.
“Passano i mesi e un giorno, mentre navigavo su Facebook, mi imbatto in una foto postata da un mio dipendente e scattata in una discoteca. Incuriosito inizio ad osservare attentamente quella foto e noto una figura familiare in quello scatto, quindi guardo con attenzione, strizzo gli occhi e ingrandisco l’immagine.
Era Clementino che ballava!”
Il Sig. Merende continuava a raccontare con sempre più patos e Mr. Agiter chiede: ”E cosa ha fatto allora?”
“Insospettito, decido di andare a fondo alla faccenda e di fare un piccolo controllo al profilo social di Clementino. Vidi tantissime foto che lo ritraevano in mezzo alla pista da ballo. È per questo che ho deciso di contattare lei Mr. Agiter. Cosa posso fare?”
Entrambi concordano il controllo del proprio dipendente nel week end.
AGITER ENTRA IN AZIONE
E’ venerdì sera e dopo ore e ore di appostamento Mr. Agiter finalmente vede Clementino uscire alle 23:00, lo segue e arriva alla discoteca “El Paso”, entra nel locale e ottiene in breve tempo le prove che gli occorrono. Numerose saranno le foto che lo immortalano in pista a colpi di salsa. Il materiale è pronto.
Il sig. Merende potrà legittimamente procedere al licenziamento di Clementino, senza alcun preavviso (art. 2119 c.c.).
Infatti in questo caso sussiste la giusta causa del fatto, in quanto c’è stata cattiva condotta del lavoratore, episodi di assenteismo e inadempimento degli obblighi contrattuali.
CONCLUSIONI – UN CASO REALE DI LICENZIAMENTO PER GIUSTA CAUSA
In conclusione possiamo aggiungere che, con Sentenza N. 10280/2018, la Suprema Corte ha ritenuto legittimo il licenziamento di un dipendente che, tramite la propria pagina Facebook, diffondeva messaggi dai contenuti offensivi nei confronti dell’azienda in cui lavorava.
Inoltre, il Garante della Privacy ritiene legittimo il controllo dei dipendenti tramite i canali social che consentano l’accesso ad un numero indeterminato di utenti.
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