Andiamo a vedere il valore legale dei messaggi WhatsApp
Molte persone si chiedono se esista il valore legale dei messaggi WhatsApp; difatti, sempre più spesso, ormai, il cellulare rappresenta la “pistola fumante” che consente di scoprire abitudini, relazioni e segreti più o meno inconfessabili. Il modo più efficace per incastrare un partner fedifrago, come noto, è spiare il suo telefono e accedere alle sue conversazioni private. A proprio rischio e pericolo: un’azione di questo tipo, infatti, espone a conflitti e incomprensioni.
D’altra parte, il “bagno di verità” può essere utile per uscire da una situazione delicata e ambigua, o per tutelarsi in previsione di una separazione o di una causa. Si potrebbero fare moltissimi altri esempi: che si tratti di un fidanzato infedele o di un figlio che frequenta cattive compagnie, di un marito che occulta le proprie risorse economiche, o di un minore esposto a ricatti e bullismo, è indubbio. Le chat sono una via privilegiata per ricostruire la verità dei fatti. Ciò detto, qual è il valore legale dei messaggi WhatsApp e, in caso di necessità, è possibile usarli in tribunale?
I messaggi su WhatsApp possono essere usati come prove?
Scoprire, tramite cellulare, che la propria moglie – o marito – intrattiene una doppia vita non è piacevole. In questa eventualità, però, la memoria dello smartphone può rivelarsi – oltre che un cattivo ambasciatore – uno strumento prezioso per tutelare la propria reputazione e la propria sicurezza economica.
Più in particolare, i messaggi WhatsApp hanno valore legale? O, al contrario, mettere le mani su una conversazione “galeotta” si rivela, alla prova dei fatti, inutile per far valere i propri diritti?
Il valore probatorio dei messaggi WhatsApp è ormai assodato grazie a diverse sentenze che hanno ribadito la possibilità di acquisirli in giudizio. Al pari delle immagini e delle registrazioni audio e video – e dei messaggi veicolati da altre piattaforme di messaggistica –, infatti, rappresentano una testimonianza di fatti storici e possono essere utilizzati come prove documentali.
Cosa dice la legge sul valore legale dei messaggi WhatsApp?
La messaggistica contenuta in un supporto telematico, più nello specifico i messaggi WhatsApp, è considerata una prova documentale, ai sensi dell’articolo 234 del Codice Penale. Fatta questa premessa, il valore legale dei messaggi WhatsApp è legato anche alla disponibilità del supporto materiale, ovvero dello smartphone: la disponibilità del dispositivo, infatti, garantisce l’autenticità del contenuto e della conversazione “incriminata”.
Sms e messaggi non sono equiparati alle intercettazioni telefoniche e alla corrispondenza sul piano dell’attività di acquisizione. Per dare valore legale ai messaggi WhatsApp è possibile ricorrere ad altre modalità, come la riproduzione fotografica ovvero l’acquisizione di screenshot del display da parte degli inquirenti. In alternativa, è possibile presentare la dichiarazione di testimoni oculari, a patto che abbiano accesso diretto ai messaggi e ai contenuti inviati tramite chat.
In questo caso, però, il valore probatorio dei messaggi WhatsApp risulta più controverso: la controparte, infatti, può contestarne la validità e richiedere di analizzare – tramite una perizia tecnica – trascrizioni delle chat o altre prove ritenute insufficienti o a rischio falsificazione. La controparte ha facoltà di contestare anche sms e email che, come le conversazioni veicolate dalle applicazioni di messaggistica, hanno valore di prova. La perizia può svolgersi tramite estrapolazione delle chat, analisi dei file di log per raccogliere i dati e ricostruire le attività sulle app, verifica del controllo remoto, acquisizione e trascrizione forense certificata delle chat e dei contenuti memorizzati sui dispositivi.
Indagare su una persona tramite controllo del telefono
Come le altre tipologie di documenti informatici ed elettronici, i messaggi WhatsApp hanno valore legale: come abbiamo visto, spetta alla controparte dimostrarne l’eventuale inattendibilità o non veridicità. Ciò non significa, d’altra parte, che mettere un telefono sotto controllo con WhatsApp fornisca, sempre e comunque, la certezza di rivalersi di un torto subito. La valutazione finale, infatti, spetta sempre al giudice che può tener conto o meno degli indizi e ammettere eventuali perizie su trascrizioni giurate e altre prove documentali.
Oltre a documentare la conversazione su WhatApp, quindi, è consigliabile raccogliere un insieme quanto più dettagliato di prove per orientare la decisione del giudice in proprio favore. Eventuali trascrizioni di messaggi, audio e file devono essere svolte con metodologie specifiche, per ridurre il rischio di contestazione.
La consulenza di un investigatore privato è senz’altro preziosa in questo senso perché consente di acquisire – nel rispetto della legge sulla privacy – prove legalmente valide e di elaborare la strategia più efficace per affermare le proprie ragioni.
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