Un tradimento scoperto grazie a Whatsapp
Siamo in un caratteristico borgo immerso nel verde della Toscana dove da 15 anni Marco e Stefania hanno deciso di costruire la loro vita una volta convolati a nozze. Hanno deciso di vivere in questo antico borgo perché è qui che si sono conosciuti da ragazzi e hanno trovato una casa da ristrutturare, giorno dopo giorno. Mentre Stefania può comodamente lavorare da casa in videoconferenza, Marco passa almeno tre giorni a settimana a Milano, dove si è affittato un piccolo monolocale vicino al suo ufficio.
I continui spostamenti stressano non poco la vita di coppia, ma alla fine per amore, Marco torna puntualmente a casa ogni week end per stare qualche giorno in tranquillità e godersi un po’ di sano e meritato riposo.
I PRIMI SOSPETTI
E’ da qualche tempo però che nota una certa freddezza da parte della moglie. Qualche distrazione di troppo durante l’ora di cena e soprattutto una ossessione da social network che non passa affatto inosservata.
Lei passa moltissimo tempo con il telefono in mano, fa foto a qualsiasi piatto per condividerla su Instagram, ma soprattutto ha un rapporto morboso con whatsapp con il quale è sempre connessa con i vari gruppi di colleghe. Centinaia di messaggi in tutte le ore del giorno, ma sono soprattutto quelli della sera che iniziano ad insospettire Marco. Passino pure i messaggini all’ora di cena, ma quando il telefono suona a mezzanotte e mezza per l’ennesima notifica, è la goccia che fa traboccare il vaso.
E’ così che Marco decide di indagare e di notte apre il telefono della moglie venendo a conoscenza della doppia vita di Stefania. Da più di un mese la donna intrattiene una relazione con un uomo di nome Giacomo e i numerosi messaggi su whatsapp non fanno che confermare i suoi sospetti! A quel punto Marco, alla lettura di quei messaggi e in preda ad una rabbia furibonda decide di fare gli screenshot di tutte le conversazioni pensando ad un modo per tenere sotto controllo il telefono della moglie. Uno spysoftware è proprio quegli che gli occorre. Ma come fare? Marco ha bisogno di aiuto e decide di contattare subito l’agenzia investigativa di Mr. Agiter per una consulenza.
E’ ORA DI AFFIDARSI AD UNA AGENZIA DI INVESTIGAZIONE
Mr. Agiter è un esperto informatico e Marco è fiducioso del fatto che sicuramente troverà un modo per tenere sotto controllo tutti i messaggini di Stefania.
Sono così le 15 di un sabato pomeriggio quando si sente sfrecciare la moto di Mr.Agiter nel borgo della Toscana. Ufficialmente dirà di essere un collega di Marco che dovrà stare qualche ora nel suo studio per risolvere una delicata questione di bilancio.
E’ così che Stefania lascia il marito tranquillo, prende il suo borsone della palestra ed esce di casa.
Marco racconta i fatti a Mr. Agiter e gli chiede di aiutarlo ad installare uno spysoftware sul telefono della moglie, per lui è molto importante. A tale richiesta Mr. Agiter con espressione contrariata ammonisce subito Marco spiegandogli che l’installazione di un simile software è illegale. Infatti l’istallazione di uno spysoftware su un telefono cellulare idoneo ad intercettarne le comunicazioni telefonica configura il reato previsto dall’art. 617-bis c.p. secondo cui “l’installazione di apparecchiature atte ad intercettare od impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche” è punito con la reclusione.
Marco dovrà abbandonare questa idea e affidarsi ai servizi legalmente riconosciuti di Mr. Agiter.
INIZIA IL PEDINAMENTO
A Mr. Agiter non resta che inforcare la sua moto roboante, e partire a gran velocità con macchina fotografica e videocamera.
In una sola settimana Mr. Agiter raccoglie un gran numero di foto in cui ritrae Stefania teneramente abbracciata al suo amante e numerosi filmati in cui i baci non sembrano mai troppi. Queste si che costituiscono una prova da produrre in sede legale. La prova da usare in tribunale per dimostrare il tradimento matrimoniale è pronta.
Dopo aver visionato il materiale che avrà il valore di prova durante il processo Marco, senza esitare, contatta il suo avvocato per avviare una separazione.
Missione compiuta per Mr.Agiter. Stefania non potrà fare altro che ammettere le sue colpe e prendersi le sue responsabilità.
Altro caso compiuto per Mr.Agiter che indossa il casco, stringe la mano al suo cliente e sfreccia via con la sua moto.
Il caso è chiuso e Marco ora potrà ricominciare una nuova vita.
PILLOLE GIURISPRUDENZIALI
Con la recente Sentenza n. 15071/2019 la Suprema Corte confermava la sentenza di condanna emessa, per il delitto di cui all’art. 617 bis c.p., dalla Corte di Appello di Milano del 21 febbraio 2018 nei confronti del marito il quale dopo aver installato uno spysoftware sul telefono cellulare della moglie ricorreva asserendo l’impossibilità di assimilare l’utilizzo di un software ad un’apparecchiatura. Tale motivo veniva ritenuto infondato e in punto di diritto gli Ermellini affermavano che “non è possibile dubitare dell’inclusione dei programmi informatici denominati ‘spy-software’ nella categoria degli “apparati, strumenti, parti di apparati o di strumenti” diretti all’intercettazione o all’impedimento di comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche tra altre persone, di cui all’art. 617-bis, comma 1, cod. pen, venendo in rilievo una categoria aperta e dinamica, suscettibile di essere implementata per effetto delle innovazioni tecnologiche che, nel tempo, consentono di realizzare gli scopi vietati dalla legge”.
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